Flora Luna. Un nome che ti avvolge in una sorta di magia. 500 kg di un “esserino” tanto forte quanto fragile e delicato, un pò come un “elefante di montagna” ma di cristallo swarovski. O almeno io ti vedo cosí.
Da quando lavoriamo insieme facendo lezione, sono stata piacevolmente sorpresa di scoprire che “parliamo un pó la stessa lingua” e viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda. Basta uno sguardp per capirci. I tuoi occhioni molto espressivi ti rendono come un libro aperto. Riesci ad incantare chi ti sta a fianco come farebbe una fatina dei boschi. Sono molto orgogliosa di averti come nipotina equina, ma sono ancora più felice di averti come piccola grande amica e sento che la nostra avventura, ci porterà lontano!!!❤️😍
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Chemistry comunication
Parliamo ancora una volta di gatti. La comunicazione chimica è quella degli odori, la quale utilizza i ferormoni come messaggeri. La prima forma di comunicazione è quella territoriale, dove attraverso l’urina mettono una “firma” appunto sul territorio, marcandolo. Infatti annusando capiscono se di li è passato un gatto estraneo o uno del loro gruppo, quanto tempo è trascorso dal suo passaggio, se era un maschio o una ouna femmina, vecchio o giovane, il rango a cui appartiene…un sacco di informazioni quindi!!! Questo comportamento è tipico dei maschi adulti, ma anche delle femmine nei loro momenti di “brio”, perchè così facendo indicano ai maschi il loro stato di fertilità. Più il rango è alto, più è frequente il comportamento di marcatura territoriale. Oltre all’urina, usano anche le feci come marcatura. Infatti sul territorio altrui vengono lasciate scoperte, mentre vengono rigorosamente coperte nel proprio territorio data la scarsa probabilità che qualche estraneo individuo raggiunga il cuore del territorio e di conseguenza è rara la diffusione di parassiti.
Viene chiamata “comunicazione chimica” proprio perchè il gatto annusando un oggetto analizza chimicamente la sostanza che ha attirato la sua attenzione. Un altro comportamento consiste nello sfregare mento e guance sulla superficie interessata e viene fatto dopo aver ispezionato olfattivamente una marcatura territoriale, fatto quasi cone risposta ad una traccia odorosa.
Atri interessanti comportamenti interessanti sono:
- grattare con le unghie delle zampe anteriori su una superficie, ovvero lasciano una traccia odorosa tramite ghiandole sudoripare presenti tra i cuscinetti plantari. I graffi sono messaggi visivi ed in più il gatto può così pulirsi le unghie e controllare la loro crescita;
- Sfregarsi su una altro gatto e rotolarsi per terra: due comportamenti servono a marcare attraverso l’ uso di ghiandole poste sul dorso, sulla testa e sulla faccia.
C i sono vari dibattiti sulla comunicazione chimica del gatto… Ciô che è certo è che la scienza su tal argomento, deve scoprire ancora molte cose!!!
Fonte: Etologia applicata e benessere animale vol.2 parte speciale, a cura di Corrado Carenzi e Michele Panzera, sezione Gatti scritta da C. Picco e E. Natioli
Ringrazio ancora Veronica per questo bellissimo libro di Etologia.
Eyes on me 👀
Oggi vi parlo della comunicazione visiva del nostro amico micio. L’occhio del gatto è a forma di sfera ed ha la pupilla a forma di fessura verticale, la quale si restringe quando cè molta luce e si allarga col buio. Tutto grazie ai muscoli presenti nell’iride. In realtà anche se la pupilla del gatto si dilata tanto da permettergli di vedere anche con poca luce, nn gli permette di vedere nella totale oscurità. Essi sfruttano anche il raggio di luce più debole,,, come?? La luce riesce ad arrivare direttamente sulle cellule sensibili che rivestono il fondo dell’occhio, ovvero la retina. Infatti quando le cellule che la compongono vengono stimolate dal raggio di luce producono impulsi elettrici che vengono trasmessi al cervello. Inoltre l’occhio del nostro amico è dotato di un ulteriore strato di cellule riflettente e quindi anche il più debole fascio di luce viene così riflesso e amplificato. E proprio grazie a questo strato rende i suoi occhi fosforescenti al buio. Le cellule della retina sono di due tipi, a bastoncello (le quali funzionano con la luce bassa ma non conferiscono la capacità di distinguere i colori) e a cono (le quali agiscono quando la luce è forte e permettono al gatto di distinguere i colori dandogli una prospettiva visiva più ampia). Grazie ai bastoncelli, che sono più numerosi dei coni, il gatto può distinguere il giallo ed il blu ma purtroppo non tanto bene il rosso. Essi però sono molto sensibili ad un oggetto o un animale che si muove sullo sfondo, come ad esempio una mosca. Ecco perchè la vista è estremamente importante per il nostro micio, soprattutto di notte, essendo da sempre un predatore crepuscolare e notturno.
Fonte: Etologia applicata e benessere animale vol.2 parte speciale, a cura di Corrado Carenzi e Michele Panzera, sezione Gatti scritta da C. Picco e E. Natioli
Ringrazio la mia amica Veronica per avermi prestato questo bellissimo libro di Etologia.